18 marzo 2012

LA CASA DIPINTA - John Grisham (2001)



E' uno dei romanzi meno conosciuti dello scrittore, scritto nel 2001 prima che Grisham diventasse famoso! Si distacca completamente dallo stile e dal genere per cui lo scrittore è più conosciuto, non è un legal thriller ma ha più sapore di un libro autobiografico. Leggendo fra le righe si sente sapore di "casa" e di "infanzia", di ricordi ed esperienze infantili. Il libro è ambientato negli anni Cinquanta, negli Stati Uniti, nell'Arkansas, nelle piantagioni di cotone dove non esistevano ancora braccianti neri e dove i contadini erano schiavi di loro stessi, la loro vita dipendeva esclusivamente dalla terra, i più fortunati, se così possono definirsi, erano proprietari di piccoli appezzamenti, i meno fortunati dovevano comunque spezzarsi la schiena per ricavare dalla terra il minimo indispensabile per sopravvivere. Racconta la vita di un bambino di appena sette anni, della sua famiglia, dei coltivatori di cotone vicini e amici e della lotta per sopravvivere. Regole ferree, educazione rigorosa, lavoro massacrante ma si respira un senso di libertà che nonostante tutto diventa più forte degli stenti, del lavoro duro e della lotta per la sopravvivenza. Racconta una stagione intera di questa famiglia e delle famiglie vicine, un pezzo di storia e vita quotidiana americana.

Perché la casa dipinta come titolo? Leggendolo si scopre, un piccolo lusso che si concederanno i protagonisti della storia per iniziativa del piccolo di casa, Luke Chandler, stimolato da un altro piccolo bambino handicappato facente parte di una famiglia di braccianti venuti da lontano per la raccolta di cotone, in cerca di lavoro e assunti in aiuto dalla famiglia Chandler per la stagione. Un piccolo regalo che l'ospite farà alla famiglia Chandler in omaggio alla grande ospitalità e correttezza che i Chandler riservavano ai braccianti assoldati per la stagione in netto contrasto con le abitudini dell'epoca e della zona. Si rivelerà un grande regalo, un grande stimolo per il piccolo Luke e in seguito anche per tutta la famiglia.

Purtroppo un finale malinconico, pieno di speranze ma una sorta di resa della famiglia. Non voglio svelare il finale!

Un libro da godere dall'inizio alla fine, un inno alla nostra infanzia, all'infanzia di tutti coloro che nacquero come me negli anni Cinquanta e Sessanta che seppur in diverse ambientazioni qualcosa in comune tutti noi abbiamo. Erano anni faticosi, per alcuni di fame ma pur sempre periodo di grandi speranze e grandi possibilità. Inoltre periodi di grandi ideali, di grande correttezza morale, senso spiccato di amore e rispetto per la famiglia e i "vecchi" di casa.

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