2 maggio 2011

LA MIA TERRA, LA MIA GENTE - DALAI LAMA - My Land and my People - I PARTE

LA MIA TERRA, LA MIA GENTE 
DALAI LAMA  
My Land and my People 
I PARTE




La prima Edizione risale al 1962, 3 anni dopo avere lasciato il Tibet. Tenzin Gyatso, 14.mo Dalai Lama scrisse questo libro autobiografico per fare conoscere la "causa tibetana", allora problema sconosciuto al mondo. Grazie  a questo splendido libro scritto in prima persona da Kundun ("La Presenza" per i tibetani) il mondo venne a sapere del Tibet una piccola regione dell'Asia Centrale, a 4.900 metri di altezza e per questo chiamata il "Tetto del Mondo", un paradiso di bellezza e purezza inquinato dal 1950 dagli invasori cinesi che ne hanno fatto una discarica nucleare dei loro rifiuti tossici e che da allora praticano un genocidio culturale e fisico dei tibetani, popolo "civile" e "puro".

Nel 2009 lo stesso libro venne ripubblicato e ampliato con brani inediti in occasione del 50° Anniversario dell'Esilio del Dalai Lama e del governo tibetano. Ricordo che Sua Santità Tenzin Gyatso è l'unico vero e ufficiale Capo Spirituale e Temporale del Tibet e dei tibetani. Tutto il resto è menzogna!

Kundun racconta in questo libro la sua vita, da predestinato, da quando nel 1935 ad appena due anni venne riconosciuto come la reincarnazione del 13.mo Dalai Lama, racconta la sua vita di bambino, parla della sua famiglia, dei suoi genitori, fratelli e sorelle, del Paese delle Nevi, delle sue abitudini, usi e costumi, dei miti e delle tradizioni del suo popolo. Parla della religione, della sua educazione religiosa, dei suoi studi, degli anni dell'invasione cinese,  dei tentativi che fece per trovare una convivenza pacifica, dei suoi viaggi in Cina e dei suoi primi viaggi in occidente. Non un libro politico e nemmeno buddista, ma il racconto della vita di un popolo che vive in una zona amata da Dio, il racconto della vita di un uomo "illuminato", i suoi pensieri e sentimenti più intimi e profondi. Anche le sue paure. Inoltre questa edizione è arricchita del racconto di 50 anni di esilio in India. La sua vita in esilio e la vita in esilio delle migliaia di profughi che lo hanno seguito.

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