28 febbraio 2011

CHE LA FESTA COMINCI - Niccolò Ammaniti


CHE LA FESTA COMINCI (2009)

Premesso che questo è il primo e unico libro di Ammaniti letto da me probabilmente tale rimarrà. Non posso dire sia stata una lettura spiacevole e nemmeno faticosa. Il libro scorre, è di semplice lettura. Grandi temi , grandi tematiche appena accennate direi solo suggerite, mai sviluppate. E' come una potenziale analisi dei nostri tempi dominati da vacuità, arrivismo, superficialità, pseudocultura. Potenziale perchè racconta che esiste senza approfondire.

Il romanzo si può considerare diviso in 4 parti. Tre personaggi principali che poi si uniscono si incontrano e si confrontano in una festa finale. Ambientato a Roma.

Trovi Saverio Moneta con un matrimonio da "separati in casa" con una moglie che lo disprezza e un impiego presso la Ditta del suocero dove viene appena tollerato. Saverio cerca realizzazione personale in  una sorta di "setta satanica" di cui è il capo. Venendo messa in discussione la validità di questa setta e quindi del capo (se stesso) dagli adepti, cerca di ideare a tutti i costi un gesto eclatante e come scenario sceglie una mega festa che verrà inscenata a Villa Ada. Ne esce però fuori una banda sgangherata  molto simile alla banda del film "I soliti ignoti" di Mario Monicelli senza però averne la verve intelligente.

La festa viene organizzata da un parvenu, il solito arrampicatore sociale, tipico palazzinaro intrallazzatore Sasà Chiatti, che vuole ostentare il suo "visto che ci sono riuscito"? Una specie di "Calogero Sedara" ("Gattopardo") dei nostri giorni quindi, senza averne però l'eleganza descrittiva. Una festa dove vengono invitati tutti i personaggi più noti o importanti : politici, divi, calciatori e una serie di starlette o aspiranti tali in una specie di "bunga bunga" berlusconiano.

Fra gli invitati il terzo personaggio di spicco lo scrittore "radical chic" Fabrizio Ciba che mal sopporta da bravo intellettuale questo tipo di avvenimenti e di "fauna umana" ma suo malgrado non potrà tirarsi indietro perchè pur avendo già ben guadagnato deve tenere "a galla" il suo personaggio essendo in crisi con la Casa Editrice e avendo momentaneamente perso la creatività.

I personaggi si incontrano e si mescolano in questa festa fantasiosa, esagerata con zoosafari organizzato male, salta tutto, finisce in mezza tragedia, gli umani si trovano in balia degli animali e di loro stessi, ne esce fuori la loro incapacità tragicomica (così vorrebbe essere).

Credo di avere letto di Ammaniti il libro sbagliato! Fino a fine libro ho aspettato il risvolto interessante. Invano!

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